La Fondazione Sorgente Group ha sostenuto il restauro della cosiddette “Camere di S. Luigi Gonzaga” poste all’interno del Collegio Romano e della Chiesa di S. Ignazio di Loyola in Campo Marzio in Roma, consentendo così il recupero architettonico e artistico di alcuni ambienti. Il prezioso complesso seicentesco che, nel corso dei secoli, ha conservato la sua unità artistica e stilistica, si trovava, infatti, in uno stato molto compromesso sia dal punto di vista strutturale che estetico e conservativo. Il contributo rientra nelle iniziative di valorizzazione del patrimonio storico culturale italiano che la Fondazione segue sin dall’anno della sua istituzione, il 2007. Presieduta da Valter e Paola Mainetti, annovera una collezione di arte antica e di archeologia. Ogni anno la Fondazione Sorgente Group partecipa ad almeno 4 mostre di livello internazionale in qualità di organizzatore oppure di prestatore delle opere delle sue collezioni. Attualmente ha raggiunto un patrimonio di circa 10,5 milioni di Euro di opere di archeologia greco-romana e di pittura antica. Il restauro, frutto di un’iniziativa della Chiesa che si è attivata per la raccolta dei fondi, la predisposizione del progetto debitamente autorizzato dal Fondo Edifici per i Culti, ente proprietario della Chiesa, e dal Ministero dei Beni Culturali, è iniziato nel gennaio del 2013 e si concluderà con l’intervento nel cosiddetto Salone di Ricreazione. Sarà così possibile restituire a pellegrini e visitatori uno dei luoghi simbolo della comunità dei Gesuiti, testimonianza preziosa della vita di San Luigi e della Compagnia dei primi decenni, ed espressione del barocco romano. La Compagnia di Gesù pur non nascendo come ordine insegnante andò nel tempo strutturandosi concretamente, assumendo consapevolezza che la cultura fosse indispensabile per l’attività apostolica e lo stesso sant’Ignazio promosse la formazione di Collegi, dapprima creati per la formazione culturale dei giovani gesuiti, ben presto aperti anche ai laici. Così, su iniziativa dello stesso Santo, nel 1551 venne fondato a Roma il Collegio Romano, ”scuola di grammatica, d’umanità e di dottrina cristiana, gratis”, come indicava l’iscrizione sulla porta di una casa ai piedi del Campidoglio, dove i padri si stabilirono in un primo momento. Nel 1584 fu inaugurata la sede voluta dal Papa Gregorio XIII, “presso l’aguglia di San Mauto”, più grande delle precedenti, visto il crescente numero di alunni, sia religiosi che laici, e più adatta alla fama e al prestigio acquisito dalla scuola. All’ultimo piano del Collegio Romano, adiacente alla chiesa di Sant’Ignazio, si trova il cosiddetto Ritiramento, cioè le camere abitate dagli studenti venuti dal noviziato in qualità di scolastici, comunemente chiamate le Camerette di San Luigi. Tra i molti che nello spazio di due secoli occuparono queste stanze, spiccano le figure di San Luigi Gonzaga, di San Giovanni Berchmans, del Beato Antonio Baldinucci, del Venerabile Abramo Giorgi, oltre a quelle di alcuni martiri inglesi e di altri gesuiti martirizzati in Brasile, in India, in Giappone. Esse sono state sempre luogo di visite e devozione da parte di italiani e stranieri di tutte le età e stato sociale, religiosi e laici, desiderosi di comprendere i fondamenti della spiritualità ignaziana e il messaggio apostolico del Fondatore della Compagnia. In origine queste stanze erano molto semplici, col passare del tempo si cominciò ad ornarle e a restaurarle. Da una breve scala si accede al Salone della Ricreazione, che nei secoli XVIII e XIX fu dipinto e adornato alle pareti con tele raffiguranti episodi della vita di San Luigi, che illustrano la sua vicenda umana e spirituale. La camera dove il Santo abitò fin dai primi del Settecento fu trasformata in cappella e ornata a spese dei devoti: un altare con un ritratto del Santo, candelabri e reliquari, alle pareti le tele con episodi della vita del giovane Luigi, che San Roberto Bellarmino commissionò per la stanza dell’infermeria, dove Luigi morì prematuramente di peste, e qui portate dopo la distruzione di quella parte del Collegio. L’insistere sull’immagine è proprio della spiritualità ignaziana, influenzata dalla devotio moderna, che intende coinvolgere il fedele con “affettività profonda”, finalizzata al “sentire e gustare le cose interiormente”. Si crea in tal modo un luogo di relazione secondo una vera teologia della visione che fa capire che il divino non è uno spazio astratto, ma si trova nell’”hic et nunc della nostra esistenza. Il restauro del 2008 ha riportato alla loro bellezza originaria il damasco e le pitture a olio del soffitto e dello zoccolo che corre intorno alla camera di san Luigi: le ghirlande e i serti di fiori hanno riacquistato la vivace delicatezza del colore con inserti di oro zecchino già anneriti da umidità, polvere, nero dei ceri d’altare, colla. Ma il restauro non poteva fermarsi qui. Il sostegno di Fondazione Sorgente Group1 ha reso possibile i lavori per la parte esterna delle stanze, soprattutto per quanto riguarda il terrazzo, il tetto e l’ascensore. L’impegno di alto valore artistico si è incentrato anche su due ambienti interni: la Camera di San Giovanni Berchmans e la Camera del venerabile Giorgi. L’ intervento di restauro si è articolato in più fasi, a partire da una prima di documentazione sia grafica che fotografica, che ha consentito di documentare le tecniche di esecuzione, lo stato di conservazione, a cui è seguita un’indagine su materiali e tecniche costitutive, fino alla fase di restauro vero e proprio. Sono stati utilizzati materiali, prodotti e componenti compatibili con i materiali costitutivi originali preesistenti, utilizzando tecnologie adeguante alle esigenze delle opere. Complessivamente il restauro è durato circa quattro mesi, iniziato nella seconda metà del 2013 si è protratto fino ad inizio 2014. Di notevole importanza è la Camera di San Giovanni Berchmans i cui restauri sono appena terminati, dove sotto un altare di stile neoclassico, perfettamente riportato allo splendore originario, è posta un’urna che contenne per qualche tempo i resti del Santo, trasportati poi nell’altare sinistro del transetto della chiesa di Sant’Ignazio. Vi sono conservati reliquiari, sia incassati nell’altare sia posti sopra l’altare in forma di ostensori, opere del XVIII sec. in argento e ottone. Sul lato destro si apre la porta d’accesso per gli studenti, unica originaria, sopra la quale in una teca è conservata una veste del Santo. In questo ambiente sono state restaurate le decorazioni pittoriche del soffitto ligneo cassettonato dipinto con colori a tempera e oro e decorato con motivi floreali. Sono stati, infatti, rimossi dalla superficie gli strati di polvere, polveri grassi, poi eliminate le numerose gore e alterazioni cromatiche della pellicola pittorica derivate da precedenti infiltrazioni d’acqua, ripristinando la cromia originale con integrazioni ad acquarello, anche per le cadute di pellicola pittorica. Procedimento simile è stato eseguito per la zoccolatura, la strombatura e la finta cimasa decorate con motivi floreali e puttini inquadrati in finte architetture, dipinti a tempera su muro e oro. L’intonaco risultava distaccato in profondità in diversi punti della superficie con evidenti cadute e sollevamenti della pellicola pittorica. Al di sotto della finestra la zoccolatura era fortemente danneggiata dai dilavamenti causati da infiltrazioni d’acqua, che hanno provocato anche la c
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