Il patrimonio d’arte della Fondazione Sorgente Group si è formato a partire dal 2007 attraverso l’acquisto di opere d’arte di pregio, selezionate nell’ambito della scultura greca e romana e della pittura antica, venendo così a formare le due Collezioni di archeologia e di dipinti. In collaborazione con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali, la Fondazione si impegna per una corretta salvaguardia della sua Collezione d’Arte perseguendo gli obiettivi di restaurare, conservare e valorizzare le opere attraverso ricerche e approfondimenti, prestiti e la promozione, l’organizzazione e la partecipazione ad attività espositive.
La raccolta della Collezione di Archeologia comprende opere di età greca risalenti al IV secolo a.C. e di epoca romana, di notevole importanza per l’iconografia rappresentata, per la resa stilistica, e per la valenza storica come testimonianza dell’arte antica. Le opere sono state acquistate sul mercato antiquario e presso aste in ambito nazionale e internazionale, con la presenza di una documentata e storicizzata provenienza collezionistica. La conoscenza, la valorizzazione, eventuali restauri ed eventi espositivi delle opere d’arte vengono coordinati e supportati dai continui rapporti con le Istituzioni preposte, quali Soprintendenze e Direzioni museali e anche attraverso la collaborazione con Enti, Istituzioni private e Centri di ricerca.
La Collezione di Archeologia presenta tra i reperti più antichi due lekythoi attiche in marmo pentelico, risalenti al IV secolo a.C., di cui una pressoché integra. Tra le opere più pregevoli si colloca la maschera in bronzo, finora la più grande conservata di età ellenistica (prima metà del I secolo a.C.) e di altissima fattura, raffigurante Papposileno, il Sileno più anziano e più saggio. In antico doveva essere sostenuta lateralmente da serti vegetali poiché era parte dell’arredo del peristilio di una ricca domus. Così come allo stesso ambito decorativo apparteneva la scultura di Dioniso stante con pardalide e con l’inusuale serto di roselline che gli cinge la vita, collocabile però cronologicamente nella seconda metà II d.C.
Capolavoro dell’arte romana è lo splendido ritratto in marmo pario (20 a.C.), identificato con Marco Claudio Marcello, nipote di Augusto e designato alla successione imperiale, ma scomparso prematuramente. La resa stilistica e la morbidezza del modellato rendono il giovane volto tra i maggiori capolavori della prima età augustea e il più bel ritratto del giovane principe.
Ogni opera appartenente alla Collezione archeologica, acquistata dopo attente valutazioni storico – artistiche da parte del Comitato scientifico e con la consulenza di studiosi del mondo accademico, possiede un importante valore esemplificativo nella storia dell’arte antica, come viene evidenziato nelle schede che seguono.
Nella Collezione di dipinti appartenente alla Fondazione Sorgente Group sono attualmente compresi esemplari di pittura antica, realizzati nel periodo dal XV al XVIII secolo, di illustri artisti italiani, con una particolare attenzione per la scuola emiliana del Seicento, specialmente Guido Reni e il Guercino, nonché per il vedutismo romano settecentesco.
La collezione presenta anche un capolavoro di epoca rinascimentale di Bernardino di Betto detto il Pintoricchio, una Madonna col Bambino benedicente (soggetto a decreto di notifica D.M.11/10/1990), della fine del Quattrocento, esposto a Perugia presso la Galleria Nazionale dell’Umbria nel 2008, in occasione della mostra dedicata al maestro.
Un importante esempio di pittura manierista è invece la Madonna col Bambino, San Giovannino e Angeli di Michele Tosini detto Michele di Ridolfo del Ghirlandaio, un dipinto che racchiude in sé elementi fondamentali della scuola toscana della prima metà del Cinquecento.
Una recente acquisizione è una tela raffigurante Santa Cecilia, di Giuseppe Cesari, detto il Cavalier d’Arpino, celebre maestro attivo fra Cinquecento e Seicento.
Di Guido Reni si conserva una Vergine in preghiera, dal forte impatto emotivo.
Un’altra importante e recente acquisizione è un dipinto del tardo periodo del Guercino, Diana cacciatrice originariamente concepita come parte di una coppia di opere inerenti al mitico incontro tra Diana ed Endimione. La commissione fu del Conte romano Fabio Carandini nel 1658, come risulta dal Libro dei Conti del pittore centese; il dipinto è stato recentemente sottoposto a una pulitura che ha ristabilito la sua originaria lucentezza cromatica.
Ad ampliare il panorama storico artistico della collezione, sono presenti alcuni dipinti appartenenti alla Scuola Romana del Settecento. Tra essi spicca una particolare veduta di Roma ammantata di neve, opera di Giovanni Paolo Panini, rara testimonianza del fenomeno atmosferico che imbiancò la città nell’inverno del 1730. Di egual pregio è una veduta del Colosseo di Andrea Locatelli, uno dei massimi esponenti di questa scuola.
Infine, una scena di vita romana straordinariamente realistica, opera di Giacomo Van Lint, completa il filone settecentesco della collezione. Il soggetto è assai originale: la disavventura occorsa a un cocchiere, disarcionato dal suo cavallo imbizzarrito, nei pressi della Colonna Traiana.
Tutti questi dipinti attestano l’alto livello raggiunto da questo genere di pittura e la fortuna che riscosse nella cerchia dei collezionisti, romani e internazionali, importante testimonianza dei cambiamenti architettonici e paesaggistici, oltre che degli usi e dei costumi della Roma nel XVIII secolo.