Ritratto del Guercino e della madre assieme a un Lagotto

by admin fsg

PAOLO ANTONIO BARBIERI
(Cento 1603-1649) 

Ritratto del Guercino e della madre assieme a un Lagotto

Olio su tela
98 x 142 cm

Questa inedita tela rappresenta un curioso scorcio nella vita del pittore centese Giovanni Francesco Barbieri, il Guercino. Questi è rappresentato mentre con la mano destra abbraccia un cane, seduto su un tavolo al centro della composizione, che indica con l’indice della mano sinistra. Alla scena partecipa an- che una donna di aspetto più anziano: pare si tratti della madre del Guercino, Elena Ghisellini. Nel dipinto ella porta una chiave appesa in vita, un dettaglio che conferisce alla donna lo status di “padrona di casa” e molte fonti confermano il rapporto di grande affetto che legò Giovanni Francesco alla madre.

Di particolare interesse il dettaglio presente nel ritratto del maestro centese, nel cui volto è ben visibile la grave malformazione all’occhio destro e che fu all’origine del suo soprannome. In altri ritratti dal carattere più ufficiale, tale imperfezione non venne mai messa così in evidenza come in questo dipinto: pare infatti che Guercino non amasse farsi ritrarre nelle sue reali condizioni fisiche, inibizione questa che però qui sembra essere scomparsa. Questo dettaglio, unito all’atmosfera gioiosa e confidenziale che caratterizza la composizione porta a pensare che l’autore del dipinto vada ricercato all’interno della cerchia più stretta del Guercino e che quindi la tela fosse destinata a decorare esclusivamente le pareti di casa sua. La cura per il particolare, ben riflessa nella finezza con cui è realizzato il colletto dell’abito del Guercino, porta a pensare al fratello minore del maestro, Paolo Antonio Barbieri. Questi, oltre ad essere stato aiutante nella bottega, specializzato in nature morte, ne fu soprattutto l’amministratore economico: a lui fu affidata la cura del cosiddetto “Libro dei Conti”, il registro contabile che aggiornò minuziosamente fino alla sua morte, avvenuta nel 1649.

Il protagonista principale della composizione non è però il Guercino, ma il cane che egli sta indicando con il dito e precisamente un Lagotto, una razza molto antica di cane d’acqua da riporto, originaria della Romagna. La figura della bestiola è impreziosita da un collare molto particolare decorato con gigli e lo stemma araldico dei Farnese di Parma. Alla luce di questo riferimento non casuale, il cane ritratto fu molto probabilmente un dono dei Duchi parmensi al Guercino, per ringraziarlo per quell’unica commessa affidatagli: la realizzazione degli affreschi della cupola del Duomo di Piacenza. Un dettaglio che ci consente di datare questo dipinto attorno al 1627.