GIOVANNI FRANCESCO BARBIERI, DETTO IL GUERCINO
(Cento 1591 – Bologna 1666)
E BOTTEGA
Maddalena penitente
Olio su tela
100 x 78 cm
Eseguita nel 1660
Il dipinto presenta uno stile ascrivibile al periodo più maturo del Guercino come suggeritoci dalla semplicità della composizione e dal forte ascetismo, che caratterizza la figura penitente della Santa. Una peculiarità tipica del periodo più tardo di un altro artista dal quale il Guercino trasse ispirazione: Guido Reni. Difatti dopo il 1642, il Guercino spostò la sua bottega a Bologna per subentrare all’illustre maestro da poco scomparso, come principale pittore cittadino. Questo comportò inevitabilmente anche un avvicinamento stilistico al Reni, per non disorientare una clientela oramai abituata a determinati canoni estetici. Fortemente caratteristico del tardo Guercino è invece il particolare blu intenso del cielo di sfondo, probabilmente creato con preziosa polvere di lapislazzuli. Una tonalità che il pittore usava per contrastare e mettere quindi in risalto il pallore perlaceo della Maddalena avvolta nella tenue porpora del manto. L’immagine di Maria Maddalena colta nel pentimento era un soggetto assai popolare in quel periodo per il forte messaggio moralizzatore che emanava, e questo esercitò inevitabilmente un certo fascino anche sul maestro centese: difatti egli la dipinse più volte nel corso della sua carriera, mosso soprattutto dalle sfide che la realizzazione di una figura piena di contraddizioni presentava, come il miscelare sapientemente la sensualità di un giovane corpo nudo con sentimenti quali la redenzione e la penitenza, messi qui in risalto da elementi riconducibili alla Passione del Cristo. Tutte le composizioni guercinesche raffiguranti la Maddalena sono accumunate da una cura particolare nella realizzazione della chioma della Santa: elemento iconografico fondamentale, in quanto furono le sue lunghe ciocche ad essere usate per asciugare i piedi del Cristo, manifestando così la sua volontà di redenzione, come raccontato nel Vangelo di Luca nell’episodio della Cena a casa del Fariseo (Lc 7, 36-50). Analizzando il Libro dei Conti, Nicholas Turner ha individuato la realizzazione della presente tela all’interno di una commissione di una coppia di opere per il nobile genovese Girolamo Panessi e per la quale Guercino ricevette un saldo di 80 Ducatoni il 14 gennaio 1660. Un anno questo assai particolare per l’anziano artista, oramai giunto alla soglia dei 70 anni, in quanto fu colpito da un malore che ne interruppe di fatto l’attività pittorica, costringendo gli allievi ad intervenire sulle opere non ancora ultimate.