Battaglia

by admin fsg

GIORGIO DE CHIRICO (Volos 1888 – Roma 1978)
Battaglia
Olio su tela
50 x 60 cm
Eseguita nel 1945-50 ca.

Firmata: g. de Chirico

 

La battaglia, come espressione degli istinti più imprevedibili dell’uomo, ha da sempre esercitato un forte fascino sull’immaginazione collettiva e in particolare in quella degli artisti, per la sua capacità di essere parimenti massima espressione della narrazione di storia e un altrettanto ricco repertorio di emozioni. Letterati e pittori hanno sempre trovato ispirazione nel descrivere la ferocia bellica, ma soprattutto nel rendere immortale un determinato momento storico o celebrare i grandi condottieri del passato.

Una tematica che nel periodo barocco ebbe enorme fortuna per la sua capacità di essere grandiosamente dinamica da più punti di vista: compositivo, plastico e cromatico. Rubens e Pietro da Cortona, così come il Borgognone sono alcuni dei grandi interpreti di un genere capace di rinnovarsi attraverso lo scorrere del tempo. Ed è proprio alla pittura barocca che Giorgio de Chirico guarda nel secondo Dopoguerra, quando realizza questa tela. Un periodo di rinascita, non solo materiale, ma soprattutto intellettuale, che de Chirico vuole celebrare omaggiando i grandi maestri del passato nella sua produzione di quegli anni.

Difatti, nonostante fosse un pittore molto attento alle novità e pronto a nuove sperimentazioni, egli non dimentica mai la lezione dei maestri e in particolare quella di Rubens. È lo stesso de Chirico a raccontarlo nelle sue memorie, di come fosse rimasto folgorato dall’immagine del Ratto delle figlie di Leucippo, (oggi a Monaco di Baviera) e come questa composizione si rivelò fondamentale per la sua maturazione artistica. Un’influenza ben riscontrabile in questa tela, dove gli spasmi di uomini e cavalli colpiti a morte sono realizzati con pennellate corpose, ma rapide, per enfatizzare ancora di più l’atmosfera cupa dominata dalla morte di quegli esseri viventi. Probabilmente una trasposizione in chiave allegorica delle efferatezze alle quali de Chirico aveva da poco assistito nella Seconda Guerra Mondiale.