Veduta di Campo Vaccino a Roma

by admin fsg

ANTONIO JOLI
(Modena 1700 – Napoli 1777)

Veduta di Campo Vaccino a Roma

Olio su tela
187 x 120,5 cm
Eseguito nel 1740-45 ca.

La romantica decadenza del “Campo Vaccino”, un tempo il centro della politica e dei commerci della Roma imperiale, fu uno dei principali poli d’attrazione dei giovani stranieri che visitavano Roma nel XVIII secolo, come tappa principale del loro Grand Tour. Una distesa di antiche vestigia che lasciavano trasparire i fasti di un passato grandioso, era divenuta un’area in cui far pascolare i greggi di pecore e di vacche (da qui il nome “Vaccino” per l’appunto). Un’attrazione imprescindibile anche per i molti artisti che giungevano a Roma per esaudire le importanti committenze nobiliari e religiose. Fra coloro che maggiormente subirono il fascino di questo scorcio vi è senza dubbio il modenese Antonio Joli, che inizialmente giunse a Roma per lavorare nella bottega di Giovanni Paolo Panini, anch’egli emiliano di Piacenza. Nella bottega dell’illustre maestro, lo Joli cominciò ad affinare la propria abilità pittorica, arrivando in breve tempo ad affermarsi come artista autonomo le cui vedute erano caratterizzate da un ampio respiro spaziale, ma individuate dentro confini ottici ben precisi, quasi si trattasse di una scenografia teatrale. Una caratteristica questa derivata dagli studi di gioventù, quando entrò nella bottega dei Bibiena, celebre famiglia di maestri scenografi e architetti, molto apprezzati per gli effetti e le ambientazioni teatrali che riuscivano a realizzare per le più importanti corti europee del tempo. La composizione di questo “Campo Vaccino” è dunque ariosa e, come in un perfetto progetto architettonico, ben studiata: le vie di fuga partono esattamente dal centro, dal timpano della facciata della Chiesa di Santa Francesca Romana, dando equilibrio e armonia all’intera veduta. Le figure, di grandi dimensioni, risultano estremamente definite e di gusto veneziano, facendo addirittura supporre che alla realizzazione possa aver contribuito anche qualche membro della sua bottega. La tavolozza generale del dipinto è contraddistinta da tonalità calde e brune, una particolarità che si ritrova nei lavori dello Joli antecedenti alla sua partenza per l’Inghilterra, avvenuta nel 1744. Per questo motivo possiamo collocare la produzione di questo dipinto negli anni immediatamente ante- cedenti a tale data.