ANDREA LOCATELLI
(Roma 1695-1741)
Veduta del Colosseo con archeologi e operai al lavoro
Olio su tela
123 x 172cm
Eseguito all’inizio del XVIII secolo
Questo dipinto di grandi dimensioni è un capolavoro del pittore romano Andrea Locatelli, uno dei protagonisti della pittura paesaggio a Roma agli inizi del secolo XVIII. Un’opera che Claudio Strinati colloca nel periodo maturo del grande maestro, quando oramai il suo nome si era consolidato fra i collezionisti e i committenti romani, poco prima che la morte lo cogliesse non ancora cinquantenne. Questa veduta esprime perfettamente quel clima di fervore scientifico che investì gli archeologi nei primi anni del Settecento quando, ispirati dagli scritti del Winkelmann, diedero inizio ai grandi scavi archeologici che portarono alla riemersione dei resti delle vestigia dell’Impero Romano. Questo dipinto venne quindi realizzato come testimonianza visiva di un periodo tra i più importanti nella storia degli studi sull’Antico. E proprio per questa sua peculiarità, il dipinto è stato esposto nella mostra “Giuseppe Piermarini, tra Barocco e Neoclassico”, tenutasi a Foligno nell’estate del 2010: un’ampia retrospettiva sull’architetto umbro e sui grandi cambiamenti urbanistici e territoriali che la città di Roma stava attraversando agli inizi del Settecento. Pur essendo uno dei monumenti più raffigurati dai pittori che operavano a Roma, difficilmente il Colosseo era il fulcro centrale di quelle vedute. In quest’opera invece l’Anfiteatro Flavio gioca un ruolo da protagonista e lo scorcio, che Locatelli riprende dalla parte meridionale, è parzialmente di fantasia. Si sa infatti che l’anello interno, qui rappresentato mancante di almeno tre arcate, fu l’unico a non crollare in seguito ai due terremoti del 1231 e del 1349. È possibile che il Locatelli si sia concesso tale licenza per riuscire a inserire, con abile scorcio prospettico, l’enorme statua oggetto di scavo e di studio da parte del piccolo gruppo di archeologi e operai in primo piano. Ma c’è altresì un presentimento del clima protoromantico che si stava diffondendo in tutta Europa, che si coglie proprio osservando il punto di vista da cui il pittore si è posto per raffigurare il monumento, con un grandioso effetto di controluce, quasi a voler significare le prime ore del giorno ancora parzialmente avvolto nel buio della notte, ma rischiarato dalla luce della conoscenza e della bellezza.