Testa di Dioniso
Marmo lunense
Alt. 24 cm
Fine I a.C. – I d.C.
Testa maschile raffigurante un giovane Dioniso che dovrebbe appartenere ad una statua. Abbiamo molte testimonianze anche di erme dionisiache a tutto tondo nella prima età imperiale, rinvenute ad esempio a Pompei e ad Ercolano, utilizzate non solo nei punti di confine, ma anche nelle abitazioni.
Il nostro esemplare però risulta essere di notevole fattura nel trattamento dell’incarnato e della pettinatura, il che farebbe propendere maggiormente alla sua appartenenza ad una scultura stante del dio. Il volto sembra essere leggermente inclinato verso destra, i suoi occhi grandi e la piccola bocca carnosa leggermente aperta danno un’espressione malinconica all’intero volto, una languida dolcezza che ricorda le opere prassiteliche. Il naso è mancante. Il dio indossa la tenia, che passando sulla fronte, trattiene la folta capigliatura e la decorazione vegetale fatta di foglie d’edera, come mostrano le parti conservate sulla testa e probabilmente anche due corimbi sulla fronte come hanno altri esemplari. I capelli sono lavorati a ciocche doppie con leggere incisioni secondarie e con movimento ondulato a serpentelli sia lateralmente, più rigonfi, sia sopra la fronte.
Questo tipo di rappresentazione del volto di Dioniso ritorna in numerosi esemplari scultorei è nel periodo ellenistico, poi ripresi in età romana, così come l’esemplare conservato nel Palazzo dei Conservatori presso i Musei Capitolini a Roma rinvenuto presso gli Horti Lamiani.
È l’immagine giovanile del dio, imberbe, cinto di edera e con capelli sistemati in una ricca acconciatura, così come si ritrova in modo assolutamente identico fin dalla monetazione di Taso del 160 a.C. sul dritto della serie di tetradrammi di piede attico. L’esemplare della Fondazione risulta essere un’opera di buona qualità formale, dall’intaglio preciso e l’incarnato morbidamente reso, inquadrabile intorno alla fine del I a.C. e il I d.C.