Statua di Selene
Marmo bianco (proconnesio)
Alt. 91 cm
250-300 d.C.
La scultura, già di proprietà dei Conti di Montevecchio e custodita nel loro Palazzo a Fano dal XVIII secolo, è ricavata da un cilindro di marmo a grana grossa, probabilmente proconnesio e non presenta tracce di rilavorazione; manca la mano destra, che forse poteva portare una fiaccola, mentre l’iscrizione sulla base è probabilmente moderna.
La figura indossa un chitone con maniche corte, lungo peplo allacciato sulle spalle e doppia cintura in vita. Un ampio mantello, trattenuto dal braccio destro e fermato dalla mano sinistra, passa dietro la schiena e si gonfia attorno alla testa. Dalle spalle emerge ben visibile il crescente lunare che identifica la scultura con la personificazione di Selene, dea della Luna e sposa di Zeus. La divinità, dalla tipica pettinatura con i capelli raccolti dietro la testa e fermati in alto con abbondanti boccoli, presenta un volto ovale dai lineamenti semplificati, dalle dimensioni eccessive con occhi grandi e allungati. Sproporzionati risultano la mano e il braccio sinistro, eccessivamente condizionati dal punto di vista principale che doveva essere da destra, in direzione dello sguardo della divinità. La figura rappresenta la personificazione di Selene nel momento in cui scende sulla terra con il suo carro per incontrarsi con Endimione, che giustificherebbe il rigonfiarsi del mantello che aureola la testa. Tale iconografia della divinità è rintracciabile sui sarcofagi romani con la raffigurazione del mito di Endimione in rilievo sulla fronte, molto diffusi a partire dalla prima metà del III d.C. e di cui sono conservati numerosi esemplari (Musei Capitolini, Palazzo Borghese da via Labicana, Musei Vaticani, The Metropolitan Museum of Art), tra cui da segnalare il rilievo del sarcofago conservato nella Galleria Doria Pamphilj databile nel 230 d.C. Non è escluso che la statua ornasse un santuario, forse domestico, destinato ai culti orientali tanto frequenti nella Roma della seconda metà del III secolo d.C. Inoltre non bisogna dimenticare che l’iconografia di Selene con la luna dietro le spalle compare anche su rilievi per il culto di Mitra, venerato a Roma intorno al I a.C. e diffusosi tra il II e III d.C.