Marmo bianco
Alt. 46 cm
1-4 d.C.
Il ritratto, di altissima qualità formale, raffigura Gaio Vipsanio Agrippa (20 a.C.) in età adulta come mostrano le fattezze del volto e la presenza della caratteristica barbula, assenti nell’altro ritratto di Gaio, ancora adolescente, sempre appartenente alla Collezione della Fondazione Sorgente Group. Pur presentando alcuni tasselli di restauro molto antichi, risalenti al XVII-XVIII secolo, il ritratto non ha subito nessuna sensibile variazione nel tracciato della capigliatura e nei tratti facciali, che portano alla sua identificazione certa. Nell’analisi della pettinatura che aiuta ad individuare il personaggio si possono notare alcuni dettagli caratterizzanti: al centro della fronte cadono quattro ciocche principali che, con eleganti curve regolari e simmetriche, rivolgono la loro punta verso destra; tra loro, nel fondo, compaiono ciocche secondarie disegnate a rilievo più basso; a destra, scendono sulla fronte, ma con direzione inversa, tre analoghe ciocche realizzate con un accentuato movimento ad uncino; infine tra i due gruppi si viene a formare uno spazio libero, a tenaglia.
Le basette, piuttosto allungate, proseguono in una barbula resa plasticamente e che copre i bordi del viso e il mento. Secondo Eugenio La Rocca, esso risulta una variante del tipo ritrattistico denominato “Modena-Campidoglio”, noto in base a più di una dozzina tra repliche e varianti: distintiva è la disposizione di corpose ciocche al centro della fronte. Questo tipo ritrattistico potrebbe essere stato realizzato l’1 d.C., anno nel quale Gaio rivestì il consolato. Basette lunghe e barbula possono avere diversi gradi di interpretazione: la maggioranza degli studiosi legge quest’attributo come segno di lutto per la morte del fratello Lucio, ma Eugenio La Rocca non scarterebbe l’ipotesi che le basette lunghe e la barbula possano essere considerate un segno di eroizzazione, alla pari di quelle che coprono il volto di Achille e di altri eroi del mito nell’iconografia greca di età classica, e talvolta adottata in funzione di guerrieri morti in giovane età, come si riscontra sulle lèkythoi attiche a fondo bianco. In tal caso, i ritratti di Gaio con basette lunghe e barbula potrebbero essere datati post mortem, a partire dal 4 d.C.