Rilievo con maschere teatrali
Marmo bianco
Alt. 27 cm
II d.C.
Il rilievo con maschere teatrali è un pinax rettangolare, ovvero uno di quei quadretti in marmo che, sorretti da pilastrini, erano destinati all’arredo dei peristili delle domus romane, così come ci mostrano i numerosi affreschi romani con la cosiddetta pittura di giardino. Si conserva gran parte della metà destra, dove sono scolpite a rilievo due maschere teatrali tragiche, una femminile con i capelli pettinati all’indietro, la bocca aperta con ampia fessura, grandi occhi con pupille forate, l’altra maschile con lunghi capelli ondulati e la barba diritta intrecciata, la bocca aperta, le pupille e i condotti lacrimali profondamente forati, la fronte crucciata. Da notare il corpo ondulato di un serpente. Si conserva in basso all’angolo destro il bordo liscio.
Il pinax e l’oscillum, già descritto, appartengono alla tipologia di opere realizzate per abbellire i peristili e i giardini delle ville e domus romane, appartenenti ad esponenti di spicco della classe senatoria, creando un ambiente d’ispirazione dionisiaca. Qui, tra le fronde della vegetazione curata ad arte, si trovavano statue del dio, rilievi marmorei di vario formato con la raffigurazione di scene o oggetti di culto. I soggetti prediletti erano i personaggi della Commedia Nuova, come il vecchio schiavo, la giovane etera, il giovane di buona famiglia, o del dramma satiresco, come i satiri e i sileni. Polluce, erudito greco del II secolo d.C., scrisse a tal proposito l’opera Onomastikón, un catalogo di 44 tipi di maschere comiche, 4 satiriche e almeno altri 28 tipi di maschere tragiche dei personaggi teatrali che ci aiutano a identificare i personaggi scolpiti nei rilievi, dove si evocavano i repertori di vere commedie o tragedie. È possibile che il fenomeno sia in relazione allo svolgimento, nelle stesse case, di vere e proprie performances teatrali e sceniche, che accompagnavano le cene e i convivi serali che, dopo l’età di Annibale, si fecero sempre più lussuosi e ricercati.