Candelabro
Marmo bianco
Alt. 156,2 cm
I d.C.
Candelabro in marmo in stato di ottima conservazione, presenta un’articolata decorazione sull’intera superfice, tipicamente di età augustea. Il piattello superiore è di restauro. La base triangolare presenta tre pannelli bordati agli angoli da un filare di fusarole e perline. All’interno dei singoli riquadri una divinità diversa a rilievo: Eracle che indossa la pelle di leone, tiene nella sinistra la clava e strappa con la destra i pomi delle Esperidi; un satiro danza ebbro portando la testa all’indietro, sulla spalla ha una pelle di capra e sostiene un vaso per l’offerta all’altare; sul terzo lato Eros alato che tende il suo arco, una veste ai suoi piedi. Il fusto del candelabro è composto da tre parti, che emergono ciascuna da un calice di acanto. La prima ha doppio calice a due file di corone concentriche opposte, separate da un collarino. Il fusto iniziale è decorato da foglie a losanga a file alternate e sovrapposte, intervallate da gruppi di tre bacche. Segue il secondo calice di foglie lanceolate a due corone, una dai bordi leggermente ondulati e cima reversa, l’altra presenta foglie aderenti alla superficie. Dal calice si sviluppa il motivo vegetale con rami di ulivo con foglie lunghe e ben rese a rilievo che si avvolgono al fusto. Infine il terzo calice di foglie lanceolate a due corone, una dai bordi maggiormente ondulati e cima reversa, l’altra ripete il rilievo delle foglie aderenti alla superficie. Questa ultima parte del fusto presenta i tipici motivi floreali di età augustea: rose, bacche e spighe, rese con un’incisione di grande qualità plastica.
La decorazione del candelabro risulta, quindi, estremamente varia e ricca di elementi vegetali, ma nel contempo mantiene un equilibrio formale e un’eleganza tipica dell’epoca augustea, dove la ricchezza di elementi non diviene mai sovrabbondanza e il riempimento delle superfici non si trasforma in horror vacui. I candelabri in marmo romani derivano nelle forme dai bruciatori d’incenso etruschi del VI e V secolo a.C., poi utilizzati dai greci, e divenuti oggetti non solo di natura votiva, ma soprattutto funzionale e decorativa in età augustea. Inizialmente questi candelabri elegantemente incisi vennero commissionati ad ateliers greci, in seguito dalla metà del I a.C. vennero scolpiti da maestranze presenti nell’Urbe. Il nostro esemplare probabilmente apparteneva al sontuoso arredo di rappresentanza di una ricca domus.