ANDREA DI LAZZARO CAVALCANTI, DETTO IL BUGGIANO (Borgo a Buggiano 1412 – Firenze 1462) e BOTTEGA DI BERNARDO GAMBARELLI, DETTO IL ROSSELLINO? (Settignano? 1409 ca. – Firenze 1464)
Vaso decorativo a urna con fregio allegorico
Marmo
Alt. 52 x 42 x 38 cm
Opera soggetta a decreto di notifica
Questo vaso, realizzato per volere di una colta committenza del Quattrocento, evidenzia la volontà di quel periodo a richiamarsi ad arredi di gusto e stile classicista.
Presenta una forma globulare, simile alle urne cinerarie antiche, su un unico piede decorato da baccellature, orlo superiore con kyma ionico formato da ovuli tondeggianti, sgusci e lancette ben aderenti; il corpo del vaso è interamente scolpito a rilievo con tralci d’uva e quattro eroti con diversi attributi: uno sostiene una fiaccola riversa, un altro trasporta un agnello sulle spalle, un terzo porta due ceste di vimini, infine il quarto putto regge in mano una cetra capovolta. Così si uniscono temi dell’iconografia pagana a quelli cristiani, come già avveniva nei sarcofagi paleocristiani. Nell’ambientazione della vigna che ricorda il contesto dionisiaco di trionfo e rinascita sono inseriti i temi della vendemmia (per le ceste), del passaggio all’aldilà (la fiaccola), del teatro (la cetra) e del moscoforo che in chiave cristiana diviene cristoforo (agnello sulle spalle).
Dagli inventari dell’epoca risulta che questa tipologia di oggetti veniva realizzata per abbellire i giardini delle dimore signorili. Gli studiosi attribuiscono il manufatto ad Andrea Cavalcanti detto il Buggiano, artista della cerchia medicea, che figlio adottivo di Filippo Brunelleschi, fu istruito e introdotto nel mondo artistico fiorentino proprio dal suo padre adottivo col quale collaborò in più occasioni, lavorando anche nel celeberrimo cantiere mediceo della Sagrestia Vecchia e collaborando con la bottega di Bernardo Rossellino come è documentato nel Monumento Bruni in Santa Croce a Firenze del 1450. Infatti, Giancarlo Gentilini riconosce nelle fisionomie paffute e nell’anatomia corpulenta degli eroti i modi peculiari del Buggiano, mentre in quello con la fiaccola la maniera dei Rossellino, inducendo ad ipotizzare un intervento di Giovanni, personalità meno nota rispetto ai fratelli Bernardo ed Antonio, con un confronto nel Monumento a Filippo Lazzeri in S. Domenico a Pistoia realizzato tra il 1462 e il 1468.