Altare funerario
Marmo bianco
Alt. 54,5 cm, largh. 50 cm
Prima metà I d.C.
Altare funerario in marmo di forma parallelepipeda su alto zoccolo con modanature, che si presenta scolpito su tre fronti, mentre il retro è lavorato a gradina. Il rilievo molto denso e ricco risulta notevolmente abraso in alcuni punti, ma chiara è la struttura della composizione profondamente incisa. La parte superiore risulta tagliata, infatti è mancante della modanatura e probabilmente anche della parte che presentava l’iscrizione dedicatoria. Nella fronte sono presenti in rilievo i motivi decorativi caratterizzanti l’età augustea: al centro troneggia una grande aquila con le ali spiegate che sembra sostenere una ghirlanda di fiori e frutti, melagrane; al di sotto la lupa con i gemelli, nell’iconografia della lupa capitolina; agli angoli troneggiano fiere le sfingi, a cui risulta mancante il volto; sui fianchi laterali si ripete il motivo della ghirlanda fissata con chiodi e nastri ondeggianti.
I monumenti privati come questo altare funerario mutuano dall’iconografia ufficiale immagini e simboli conosciuti, per utilizzarli con significati diversi che si avvicinino e che esaltino l’amore familiare e filiale, le aspirazioni personali, mentre riferimenti diretti alla morte divengono estremamente rari. Così nel nostro caso, l’immagine dell’aquila che troneggia al centro e le sfingi agli angoli, da espliciti segni del potere ufficiale e del trionfo romano, divengono simboli di generica prosperità e fertilità; la ghirlanda ricca e abbondante simboleggia la speranza di una prospera vita ultraterrena nell’aldilà. Allo stesso modo la lupa con i neonati che vengono allattati, rappresentazione dell’orgoglio romano e fierezza delle origini, viene trasferito sugli altari funerari, quale simbolo di altruismo e dell’amore familiare. Al di sopra l’altare presenta una grande cavità rettangolare dove erano custodite le ceneri del defunto coperte poi da un coperchio a forma di tetto spiovente.
Il nostro altare è, dunque, un esempio dell’ampia trasformazione avvenuta nell’utilizzo del patrimonio iconografico: l’arte augustea era penetrata nell’ambito privato, non solo sotto forma di nuove immagini visive, ma come una mentalità totalmente cambiata che ha portato alla creazione di un nuovo stile decorativo domestico. Esistono altri esemplari simili al nostro e tutti cronologicamente inquadrabili nella prima metà del I d.C. nel periodo giulio-claudio e neroniano.