Spazio Espositivo Tritone, Roma
Dal 19 dicembre 2019 al 28 febbraio 2020
Spazio Tritone, Via del Tritone, 132 Roma Dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18.30 – Ingresso libero
In occasione del bimillenario della morte di Germanico (19 d.C. – 2019) la Fondazione Sorgente Group celebra il principe ereditario e discendente della dinastia giulio-claudia designato alla successione imperiale, scomparso prematuramente, di cui possiede uno dei più importanti ritratti del tipo Gabii in marmo pario, databile intorno al 19-23 d.C.
Il ritratto di Germanico sarà esposto fino dal 19 dicembre 2019 al 28 febbraio 2020, grazie ad un allestimento curato da Paola Mainetti, Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, supportata da Valentina Nicolucci, curatrice per l’Archeologia. Pannelli esplicativi illustrano la nobile discendenza e la storia del giovane principe, assieme alle copie dei ritratti imperiali degli altri giovani principi della collezione Fondazione Sorgente Group, designati alla successione imperiale dallo stesso Augusto. Una proiezione multimediale completa la mostra, ampliando la suggestione e ricordando la figura storica del giovane principe. Con Germanico, Augusto avrebbe concretizzato il suo sogno di unire le due famiglie più prestigiose di Roma, dando la successione ad un giovane che era riuscito anche a riscuotere grande successo tra le truppe e nel cuore del popolo romano. Germanico era figlio di Antonia minore (figlia di Ottavia, sorella di Augusto) della gens Iulia e di Druso maggiore (figlio di Livia, moglie di Augusto) della gens Claudia, e pertanto in lui si riunivano i destini delle due più importanti famiglie di Roma. Augusto vedeva nel giovane il suo più degno successore anche grazie ai suoi numerosi successi in campo militare e all’affetto del popolo. Nato ad Anzio nel 15 a.C., venne chiamato “Germanico” in seguito ai successi del padre, Druso Maggiore, comandante in Germania tra il 12 e il 9 a.C., ma Germanico, designato alla successione imperiale dallo stesso Augusto con il nome di Giulio Cesare Germanico, non divenne imperatore. Al giovane principe fu data in sposa Agrippina maggiore, figlia di Agrippa e di Giulia (figlia di Augusto) e la loro unione portò alla nascita di nove figli, tra i quali il futuro imperatore Caligola e la futura madre dell’imperatore Nerone, Agrippina minore. L’amore per il giovane marito portò Agrippina ad accompagnarlo nelle imprese militari durante il comando delle legioni del Reno dal 14 al 16 d.C., durante le quali Germanico riscattò l’onore di Roma, riuscendo a recuperare due delle tre insegne delle legioni di Varo, massacrate dai Germani, guidati da Arminio, che aveva tradito la romanità acquisita, durante la battaglia di Teutoburgo nel 9 d.C. Poi lo stesso Tiberio inviò Germanico in Siria nel 18 d.C., dove morì il 10 ottobre del 19 d.C., probabilmente avvelenato da Gneo Pisone, che avrebbe dovuto affiancarlo nel governo della Cappadocia, Commagene e Cilicia. Le sue ceneri, riportate a Roma dalla moglie Agrippina, vennero collocate nel mausoleo di Augusto, dopo aver ricevuto grandi onori nel mese di dicembre.