– Esposto il dipinto del Guercino a Cento, città natale del pittore
– La Pinacoteca espone il quadro dal 4 giugno al 10 luglio
– L’opera appartiene alla Fondazione Sorgente Group
La Pinacoteca di Cento espone per la prima volta un’importante opera del Guercino, nato proprio nella cittadina emiliana. Si tratta della “Diana Cacciatrice”, che mostra la delicata sensualità della dea insieme a una tenera umanità. L’opera, presentata il 3 giugno a Cento, è nota anche per la raffigurazione di un levriero che con la torsione del collo movimenta il dipinto.
La Diana Cacciatrice, che appartiene alla Fondazione Sorgente Group, viene esposta dal 4 giugno al 10 luglio, nel corso di “Ospiti graditi n.7” del Comune di Cento (Servizio Attività Culturali). L’iniziativa intende far conoscere al pubblico opere e scoperte che riguardano il Guercino.
La mostra è dedicata al massimo esperto del maestro centese, Denis Mahon, morto il 27 aprile scorso a 100 anni.
Il progetto nasce per un felice accordo tra il Comune di Cento e la Fondazione Sorgente Group, Istituzione per l’Arte e la Cultura nata grazie al contributo di Sorgente Group. La Fondazione da sempre ha un forte interesse per la scuola bolognese del XVII secolo e, in particolare, per il Guercino.
La Diana Cacciatrice è grande 121 x 97 cm e ritrae la dea che interrompe la sua caccia nei boschi. Diana si ferma perché ha appena visto il pastore Endimione che giace addormentato. L’opera faceva parte di una coppia di dipinti. Nel secondo quadro, andato perduto, era raffigurato proprio il bel pastore. Della seconda tela esiste una copia di bottega conservata a Firenze, nel corridoio vasariano di Palazzo Pitti.
Guercino realizzò il dipinto nel 1658 per il conte Fabio Carandini di Roma. Il nobile aveva origini modenesi ma si era trasferito a Roma nel 1608. Anche il dipinto venne spedito nella città eterna dove rimase fino alla prima metà del 1900. Fu poi acquistato dall’architetto milanese Lino Invernizzi e successivamente entrò a far parte di una collezione pugliese. Questa è un’irripetibile opportunità per mettere l’uno accanto all’altro il committente e la Diana Cacciatrice, dopo più di tre secoli dalla stesura del dipinto. Infatti a Cento verrà esposto anche il ritratto del conte Fabio Carandini, di scuola romana seicentesca. Il dipinto proviene dalla collezione della Banca Popolare di Verona – San Geminiano e San Prospero. Nel 2009 la Fondazione Sorgente Group ha acquistato all’asta l’opera Diana Cacciatrice. La Fondazione ha poi incaricato Nicola Salini di curarne la pulitura e il restauro.
Scheda critica dell’opera. Il gesto istintivo della dea è magnificamente reso dal pennello del Guercino che non risparmia dettagli che accrescano il dinamismo della scena, come le vesti svolazzanti della donna che ne risaltano la corsa. Particolare attenzione merita soprattutto il movimento del cane, che volge il suo collo ad osservare Diana, a chieder conto della brusca interruzione con la sua inconfondibile espressione interrogativa. Evidente è l’iconografia della dea, che presenta una falce di luna sopra il suo capo, incarnando la Luna Selene, ricordata ancora da Apollodoro. E’ questa un’opera dall’eleganza ellenistica, nella quale la Diana mostra una delicata sensualità. Una carnalità che è resa tenera da colori luminosi e delicati, accostati morbidamente, dalla stesura pittorica levigata. Anche lo sfondo paesaggistico è placido, rasserenante. E’ del resto un’inclinazione che ritroviamo nella fase conclusiva della carriera di Guercino, dopo il trasferimento a Bologna nel 1642.
L’autore. Giovanni Francesco Barbieri nasce a Cento, 2 febbraio 1591 e muore a Bologna, 22 dicembre 1666. Soprannominato Guercino per via di una menomazione subita all’occhio destro da piccolo, fu allievo nella bottega del pittore centese Bartolomeo Bertozzi per poi passare in quella di Benedetto Gennari. Ma una vera ispirazione stilistica la ebbe osservando le opere di Ludovico Carracci e dello Scarsellino. Il giovane Guercino espose nel 1615 la serie dei 4 Evangelisti suscitando l’interesse di colui che diverrà il suo maggior committente: il cardinale Ludovisi, futuro papa Gregorio XV. Infatti, quando questi salì al Soglio Pontificio, Guercino fu chiamato a Roma nel 1621, dove si trattenne fino al 1623, completando importanti commissioni come la grande pala destinata alla Basilica Vaticana (Sepoltura di Santa Petronilla) o gli affreschi del Casino Ludovisi. Venuto a mancare l’appoggio del pontefice in seguito alla sua morte, Guercino dovette rientrare a Cento dove cominciò ad assolvere alle sempre più numerose commissioni che la fama papale gli aveva portato. Nonostante le affermazioni romane, Guercino continuò a soffrire la presenza di Guido Reni che ne influenzò anche i dettami pittorici e solamente dopo la morte del Reni nel 1642, egli decise di trasferire la bottega a Bologna, per ereditare anche il ruolo preminente appartenuto a Guido Reni, suo rivale storico, fino alla morte nel 1666.
La mostra è corredata da un ricco catalogo nel quale figurano, oltre alle introduzioni del Presidente (Prof. Valter Mainetti) e del Direttore scientifico della Fondazione Sorgente Group (Prof. Claudio Strinati), un approfondito scritto del Dott. Davide Dotti, un saggio dedicato alla figura storica del conte Fabio Carandini di Roma, committente dell’opera (Dott. Gianmarco Cossandi), un saggio sull’iconografia di Diana nei dipinti eseguiti dal Guercino durante l’arco della sua prolifica carriera (Dott. Fausto Gozzi), un saggio che indaga la presenza dei cani nei lavori del maestro (Dott. Gian Maria Mairo), infine un’esaustiva biografia del Barbieri (Dott. Luca Bressanini).
Lettera di invito
Contatti:
Ilaria Fasano
Responsabile Comunicazione Fondazione Sorgente Group, i.fasano@sorgentegroup.com – Tel. 06/90219014 – 339/6409259
Gian Maria Mairo
Curatore per la pittura Fondazione Sorgente Group, gm.mairo@sorgentesgr.it – Tel. 06/90219017