Roma, 6 maggio 2009 – “Non avviene tutti i giorni di essere invitato a prendere visione di un’opera d’arte antica e di trovarsi di fronte a un pezzo tanto raro quanto splendido come il ritratto di Marcello”. In questo incipit di Angelo Bottini, Soprintendente Archeologo di Roma, nell’introduzione all’ultimo saggio di Valerio Massimo Manfredi, c’è la sintesi del nuovo volume illustrato pubblicato dalla Fondazione Sorgente Group e Leonardo International in questi giorni in libreria.
Il libro di Valerio Massimo Manfredi, “MARCELLO” (ed. Fondazione Sorgente Group – Leonardo International, Milano 2008, 144 pagine, 80 Euro – versione bilingue, italiano ed inglese), con presentazione di Valter Mainetti, Presidente della Fondazione Sorgente Group, arricchito dalle introduzioni di Angelo Bottini e Claudio Strinati e dal contributo scientifico di Antonio Giuliano, racconta in una elegante edizione illustrata la storia misteriosa e affascinante dell’erede designato da Augusto. I testi ruotano intorno alle immagini della testa marmorea di Marcello (I sec. a.C.), fotografata da Marco Delogu, e appartenente alla collezione della Fondazione Sorgente Group, che ha il grande merito di averla valorizzata e presentata al pubblico dando inizio a una importante collaborazione tra pubblico e privato. La scultura, ora notificata, rappresenta un arricchimento per il patrimonio artistico italiano.
Nella storia di Augusto, una delle figure più affascinanti dell’antichità, c’è un aspetto particolare che continua ad avere molti punti in ombra e che riguarda il tema della sua successione alla guida dell’Impero. Chi era davvero Marco Claudio Marcello, il nipote designato, venuto a mancare inopinatamente, celebrato da Virgilio nell’Eneide come “giovane degno di pietà”?.
Nella presentazione del volume, Claudio Strinati, Soprintendente per il Polo Museale Romano e Presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Sorgente Group, spiega che: “Il ritratto di Marcello è un emblema di un’epoca intera. In questo volume sembra, infatti, di poter cogliere la quintessenza di alcuni aspetti dell’ideale augusteo dove l’aspirazione alla pace e l’ineluttabilità della guerra vanno a sovrapporsi formando un’unità stilistica al di sotto della quale urge l’eterna questione dell’arte classica, quella del rapporto tra Grecia e Roma nel momento cruciale della transizione all’Impero”.
Il volume è corredato da un importante testo del Prof. Antonio Giuliano, membro dell’Accademia dei Lincei. Nel suo saggio intitolato “Il ritratto romano dalle origini alla prima età Augustea e il ritratto di Marcello” Giuliano ricostruisce la tradizione romana della ritrattistica e offre la giusta collocazione del volto: “Per la struttura di insieme, la morbidezza del
modellato, la scultura – databile attorno al 20 a.C. – si allinea tra i maggiori capolavori della prima età augustea. Nell’opera si fondono con armonia i canoni della ritrattistica tardo- repubblicana e quelli, più classicistici, adottati dall’arte augustea a partire dal 30 circa a.C. Nel marmo è raffigurato uno dei maggiori protagonisti di quella epoca. Si tratta di un Marcus Claudius Marcellus”.