Statua di Provincia inginocchiata
Marmo lunense
Alt. 80 cm
II d.C.
La figura, che indossa un chitone manicato con apoptygma e presenta la veste trattenuta sotto i seni secondo una moda di età ellenistica poggiando il ginocchio sinistro in terra con le braccia, oggi mancanti, che erano portate avanti, appartiene alla cultura formale di età imperiale romana. Secondo Antonio Giuliano l’iconografia è testimoniata, ad esempio, nei rilievi dell’Ara Pietatis votata da Tiberio nel 22 d.C., consacrata da Claudio nel 43 d.C., oggi murati sulla facciata di Villa Medici. L’Ara Pietatis, che imitava quella Pacis presentava nel fregio alcune fi- gure di personificazioni inginocchiate ai lati di una principale stante (A. Giuliano, Scritti minori, Roma 2001, pp. 215-220). L’iconografia, ben presto canonica per le rappresentazioni della stessa Roma, è caratteristica delle monete di Galba e della seconda metà del I d.C. Nel II secolo l’iconografia ha il momento di massima fortuna, come testimoniano le personificazioni che si rivolgono all’Imperatore Adriano restitutor, che inginocchiate stringono con la destra la mano di lui e nella sinistra trattengono un attributo. Il motivo iconografico è utilizzato in particolare per rappresentare le Province dell’Impero che si rivolgono alla clemenza imperiale. Per questi motivi la scultura rappresenterebbe una Provincia (?) che si rivolge a una seconda figura, forse a quella stessa di un Imperatore (Adriano?), con intento celebrativo e assieme con precisa intenzione politica. Secondo Giuliano, la statua riveste notevole importanza poiché sembra non esistano altre rappresentazioni di questo motivo iconografico nella scultura a tutto tondo.