Ritratto di Gaio Giulio Cesare Germanico
Marmo pario
Alt. 30 cm
17-19 d.C.
Ritratto di Gaio Giulio Cesare Germanico, nato ad Anzio nel 15 a.C., figlio di Druso maggiore e di Antonia minore, venne chiamato “Germanico” in seguito ai successi del padre, comandante in Germania tra il 12 e il 9 a.C. Nel 4 d.C. venne adottato da Tiberio, per volere di Augusto, e designato alla successione imperiale con il nome di Gaio Giulio Cesare Germanico. Nello stesso anno sposò Agrippina maggiore da cui nacquero nove figli tra cui il futuro imperatore, “Caligola” e Agrippina minore, madre del futuro imperatore Nerone. Partecipò e poi condusse le spedizioni militari in Germania dal 10 al 16 d.C. con scarsi successi e la rinuncia per la riconquista dei territori fino all’Elba. Gli fu affidato da Tiberio il comando in Oriente per risolvere i problemi con i Parti, ma nel 19 cadde gravemente malato e morì ad Antiochia il 10 ottobre del 19 d.C., non riuscendo a assumere la carica imperiale.
Il ritratto presente nella collezione della Fondazione mostra il volto del principe, che originariamente doveva essere volto a destra, ancora giovane dalla decisa volontà e lo sguardo fermo e labbra serrate. La parte superiore della calotta con la frangia e la tempia destra e parte della tempia sinistra (escluso il sopracciglio) sono di restauro, così come la punta del mento e il naso. Esso risulta comunque identificabile con Germanico: la forma degli occhi dal taglio a mandorla allungato con palpebre sottili, l’impianto largo della fronte, il mento tondeggiante e in particolare le labbra sottili e corte serrate con le fossette laterali.
Altri esemplari sono confrontabili con il nostro in esame conservati presso la Ny Carlsberg Glyptotek a Copenaghen e al Museo del Louvre a Parigi, ma Laura Buccino, dopo un’attenta analisi dei ritratti di Germanico riconosciuti, ha inserito quello della Fondazione Sorgente Group nel tipo Gabii (in Un nuovo ritratto di Germanico della Fondazione Sorgente Group, in E. Bazzechi – C. Parigi (a cura di), “Un’anima grande e posata”. Studi in memoria di Vincenzo Saladino offerti dai suoi allievi, Roma 2018). Per la cronologia del modello la Buccino ipotizza una data tra il 17 d.C., celebrazione del trionfo di Germanico ancora in vita, e più probabilmente il 19 d.C. anno della sua morte con un intento celebrativo e di legittimazione della sua discendenza direttamente legata ad Augusto in quanto figlio di Antonia Minore e sposo di Agrippina Maggiore.