Ritratto di Gaio Cesare tipo Cuenca-Sorgente
Marmo pario
Alt. 23 cm
Fine I a.C.
Ritratto integro di fanciullo dai tratti ben modellati di circa dieci anni, presenta alcune scheggiature. Il volto è leggermente inclinato verso destra con rotondità ancora infantili: le guance sono piene, il mento piccolo e tondeggiante, le labbra carnose, gli occhi sono assorti in pensieri lontani con palpebre spesse e arcata sopraccigliare con piccolo cuscinetto laterale.
Il nostro esemplare è stato riconosciuto come Gaio Giulio Cesare, nipote di Augusto, poiché figlio di Giulia Maggiore e di Marco Vipsanio Agrippa, grazie alle notevoli somiglianze fisiognomiche ed espressive del volto con altre sculture di certa identificazione. Il nome alla nascita era Gaius Vipsanius Agrippa (20 a.C.) e dopo la morte di Marcello, figlio di Ottavia, (il cui ritratto è presente nella collezione della Fondazione) Augusto, rimasto senza eredi, decise di adottare i due nipoti Gaio e il fratello Lucio. Il nome fu così cambiato in Gaius Iulius Caesar Vipsanius e il giovane intraprese una florida e veloce carriera militare e politica: divenne con il fratello Lucio console e “principe della gioventù” (principes iuventutis), templi e statue furono erette in loro onore. Nel 1 a.C. Gaio divenne generale e nel 1 d.C. fu fatto console insieme a Lucio Emilio Paolo; nello stesso anno sposò Claudia Livilla, figlia di Druso maggiore e Antonia minore. Purtroppo Gaio nel 4 d.C. morì prematuramente a Limyra in Licia, dopo essere stato ferito durante una spedizione militare ad Artagira in Armenia; insieme al fratello Lucio venne sepolto nel mausoleo di Augusto. La successione imperiale passò così a Tiberio, figlio di Livia.
I ritratti conosciuti di Gaio, così come quelli di Lucio non sempre ricevono unanime consenso tra gli studiosi nell’esatta identificazione per la somiglianza stretta fra i due fratelli. Importante punto di riferimento per lo studio dei volti dei due principi sono le due sculture onorarie rinvenute a Corinto insieme alla statua di Augusto, dove i due fratelli sono affrontati in nudità eroica con il solo mantello sulla spalla sinistra. Il gruppo realizzato nei primi anni del I secolo d.C. mette a confronto Gaio e Lucio quasi ventenni, giovani e fieri accanto all’illustre nonno. Interessante è osservare i loro volti somiglianti, ma con alcuni elementi individuali e caratterizzanti. Gaio presenta una maggiore rotondità nel volto, labbra carnose con inferiore leggermente sporgente, occhi tondeggianti abbastanza vicini. Il principe infante venne, infatti, rappresentato come Cupido sul supporto della statua di Augusto da Prima Porta, realizzata per la vittoria sui Parti nel 20 a.C. proprio l’anno della nascita di Gaio.
La presenza dei due principi è stata ricercata anche lungo il fregio dell’Ara Pacis, seppur con molti dubbi e incertezze. Probabilmente Gaio è identificabile con il bambino tenuto per mano dal padre Agrippa con il capo coperto, che sul lato sud, dopo il flaminius lictor, guida la processione della famiglia imperiale, con i personaggi disposti secondo la linea dinastica all’epoca della costruzione dell’altare. Ampio e attento studio comparativo tra le varie sculture rinvenute raffiguranti i due giovani principi, è stato svolto da J. Pollini che offre una panoramica di confronti distinguendo i ritratti di Gaio e Lucio e dividendoli in tipi distinti per età. Il ritratto di Gaio della Fondazione Sorgente Group doveva far parte di una scultura di dimensioni quasi realistiche, probabilmente raffigurante il piccolo Gaio in toga praetexta con bulla. Il confronto fisiognomico più vicino può essere fatto con un ritratto di Gaio conservato nel Museo Oliveriano di Pesaro, che mostra i medesimi dettagli del viso e ancora una stretta somiglianza ha il volto sul lato meridionale del fregio dell’Ara Pacis. Questi confronti consentono anche un più preciso inquadramento cronologico che va collocato tra il 12 a.C. circa e il 9 a.C., anno di dedica dell’Ara Pacis.
Interessante è sempre osservare la disposizione e la forma delle ciocche dei capelli, anche nel confronto con gli altri ritratti. Nel nostro esemplare sono rese morbidamente, incise poco profondamente, senza conferire volume; si mantengono uniformi nella resa artistica anche nel retro della testa, lavorata completamente. Sebbene la superficie della testa risulti leggermente abrasa è possibile scorgere le linee delle ciocche con vertigine alta e morbida ondulazione verso la fronte e le orecchie. Nella nostra testa la fronte presenta ancora solo accennato il motivo della disposizione delle ciocche della frangia, presente in modo più evidente nel ritratto da Pesaro e che diverrà elemento fondamentale per individuare e riconoscere il volto del giovane principe. Così sulla fronte troviamo sul lato destro due ciocche a forma di piccola tenaglia, appena accennata, che diventerà molto ampia in altri ritratti soprattutto della maturità di Gaio; seguono delle piccole ciocche al centro, che diventeranno poi ampie e in modo canonico nel numero di tre, ed infine il consueto motivo a code di rondine, a forcella, che sarà poi ampia e quasi allineata sull’occhio sinistro.
Un’età leggermente maggiore sembrano voler raffigurare i ritratti di Gaio presenti uno nei magazzini dei Musei Vaticani, l’altro presso il Museo Archeologico Nazionale di Atene. I diversi tipi ritrattistici vicini alle immagini di Ottaviano/Augusto, testimoniano la forte influenza di una politica dinastica a favore dei nipoti, quali diretti discendenti del titolo imperiale. Il nostro ritratto insieme a quelli citati rientra nel Tipo I, individuato da Pollini nel suo studio (in “The Portraiture of Gaius and Lucius Caesar”, New York 1987) poi meglio definito da Bosehung (in “Gens Augusta”, Mainz am Rhein 2002, p. 186) ed infine considerato da Matteo Cadario una delle migliori copie esistenti del tipo ritrattistico infantile più diffuso attestato in altri sei esemplari, tanto da essere definito ritratto tipo “Cuenca/Sorgente” (in “Augusto”, Milano 2013, p. 175). Questi esemplari sono tutti collocabili cronologicamente negli ultimi anni del I a.C.