Roma, 14 novembre, Spazio Espositivo Tritone. Oggi grazie anche ad un’equipe italiana, la missione internazionale Rosetta è planata per la prima volta sulla superficie di una cometa del nostro sistema solare, trasmettendo straordinarie immagini e consentendo studi mai fatti prima. Ieri Cristoforo Clavio, Galileo Galilei e Angelo Secchi muovevano i primi passi di questo straordinario cammino dell’uomo verso le stelle, come documenta la mostra “Magistri astronomiae dal XVI al XIX secolo: Cristoforo Clavio, Galileo Galilei e Angelo Secchi”. Testimonianze documentarie e strumenti scientifici presso lo Spazio Espositivo Tritone della Fondazione Sorgente Group. Una lettera in cui Galilei parla della superficie della luna non perfettamente liscia, il manoscritto del matematico gesuita Clavio che illustra il calendario gregoriano, lo stesso che usiamo noi oggi: sono fra i documenti inediti della mostra. I documenti fanno parte del Fondo Clavius dell’Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana e sono stati restaurati e digitalizzati grazie al progetto finanziato dalla Fondazione Sorgente Group. Sono esposti anche gli antichi strumenti di osservazione e di rilevazione appartenenti all’INAF – Museo Astronomico e Copernicano di Roma e il Globo celeste della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, concesso per la prima volta. La mostra, sotto la direzione della Vicepresidente della Fondazione Sorgente Group, Paola Mainetti, ha avuto la consulenza scientifica del Prof. M.M. Morales SJ, Direttore dell’Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana. Che cos’è il Fondo Clavius La storia del Fondo Clavius si lega alle vicissitudini della Compagnia del Gesù. A seguito della soppressione nel 1773 della Compagnia, lettere e testi furono murati in un ripostiglio del Collegio Romano. Circa un secolo dopo, nel 1873, il contenuto del Fondo fu scoperto durante alcuni lavori. Accantonati per altri 70 anni, i codici vennero finalmente restituiti alla Compagnia del Gesù nel 1948 e depositati nelle nuova sede della Pontificia Università Gregoriana. Tra i manoscritti esposti, c’è l’opera di Clavio che spiega l’introduzione nel 1582 del calendario gregoriano, quello ancora oggi in uso in Occidente. Il matematico gesuita contribuì all’adozione del nuovo sistema difendendolo dagli attacchi degli studiosi contemporanei. Fa parte delle opere in mostra anche la lettera in cui Galileo avvisa Clavio del suo imminente viaggio a Roma. Proprio in questa occasione Galilei ottenne dalla Chiesa di Roma un iniziale riconoscimento della validità delle sue scoperte astronomiche. Straordinario documento, infine, è la lettera del 1610 in cui Galileo parla delle sue osservazioni della luna per mezzo di un telescopio e realizza alcuni disegni rilevando la discontinuità della superficie lunare. In mostra anche l’opera di Angelo Secchi, che ha posto le basi per la moderna astrofisica e che per primo ha osservato lo spettro luminoso degli astri. All’astronomo gesuita dobbiamo anche l’individuazione del meridiano di Monte Mario a Roma, primo adottato nell’Ottocento in Italia. “Con entusiasmo e stima nei confronti della Compagnia di Gesù abbiamo voluto sostenere il progetto di recupero e digitalizzazione dei documenti del Fondo Clavius, che per la prima volta saranno visibili grazie alla nostra mostra” – dichiara Paola Mainetti, Vicepresidente di Fondazione Sorgente Group. “Grazie al progetto appena realizzato sul Fondo Clavius, sarà possibile tramandare le 299 lettere e i 7 manoscritti autografi alle generazioni future. Con la tecnologia informatica questi documenti vengono messi finalmente a disposizione della comunità scientifica internazionale” – rileva Martín M. Morales SJ, Direttore dell’Archivio Storico della Pontificia Università Gregoriana. Le opere esposte Oltre alla consultazione dei testi scientifici, il visitatore potrà immergersi in un viaggio alla scoperta della volta celeste attraverso strumenti quali un cannocchiale del XVII secolo, un telescopio riflettore gregoriano, un astrolabio per misurare le posizioni degli astri, un notturnale (orologio notturno) e altri suggestivi elementi di misurazione che consentirono a quel tempo la stesura di mappe stellari, disegni e grandi scoperte. Complessivamente, la mostra esporrà una selezione tra i più importanti documenti appartenenti al Fondo Clavius, 10 tra manoscritti e lettere, ai quali si aggiungono 7 strumenti scientifici del Museo Astronomico e Copernicano dell’INAF e il Globo Celeste della Biblioteca Nazionale Centrale di Roma, concesso in prestito per la prima volta. La mostra sarà visitabile presso Spazio Espositivo Tritone, in via del Tritone 132, gratuitamente, dal lunedì al venerdì dalle 10.30 alle 18.30. Info: + 39 06 90 21 90 51. I ragazzi delle scuole che aderiranno all’invito di visitare la mostra saranno accompagnati dalle guide dell’Associazione Culturale Estrellas y Planetas nei giorni del martedì e giovedì mattina su appuntamento. Tutti i martedì alle 18, invece, ci saranno le visite dedicate agli adulti sempre su appuntamento (www.estrellasplanetas.org)
Galileo e Clavio, in mostra i “lavori” dei primi esploratori delle stelle
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